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ancora a sabato scorso, quando abbiamo cantato la canzone e il babbo si era
addormentato. Te ne rammenti? Ma hai dimenticato!»
«Che tipo sei! Io non ho dimenticato!»
E la baciò appassionatamente e disse: «Guarda, Hilde, così voglio baciarti e
stringerti, così! E non devi dire una parola adesso, fai solo un piccolo cenno con la
testa... Oh, ora va tutto bene! E io... »
«Per l amor di Dio, no! Voglio tutto quel che vuoi tu! Tutto! Solo non sotto questo
tetto! Sarebbe la mia morte. Non so neanche dirti quanto ho paura.»
«Di chi? Di me?»
«No, di lui! Ed è dappertutto. E che solo te lo confessi, spesso mi sembra che le
pareti abbiano orecchie e che di continuo ci sia un occhio attorno a me e sopra di me
che vede tutto.»
«Ed è così! Ma dell occhio non ho paura.»
«E nemmeno io, Martin, anche se guarda serio e severo. Ma l occhio che vedo io
non è l occhio di Dio, è il suo ed è cupo e brucia dentro anche quando guarda
bonario. Senti come mi batte il cuore e come tremo... »
«Perché me l hai promesso... »
«Cosa?»
«Che ci vediamo... Non sotto questo tetto, non spaventarti, ma sotto il cielo aperto
di Dio, su a Ellernklipp.»
Lei gli si rannicchiò sul petto, e la sua anima si allargò nella rappresentazione di
un simile incontrarsi sulla roccia solitaria. Martin invece proseguì: «O piuttosto a
Kunerts-Kamp, dove c era la casa di tua madre... Alle sei il sole è tramontato e io
arrivo e trovo te! Intanto tu raccogli bacche... Ce n è ancora, e le più rosse... »
Ma s interruppe perché credette si udire dall atrio la voce di Grissel.
Capitolo dodicesimo
A Ellernklipp
Martin e Hilde, essendo stati disturbati, avevano preso la loro strada oltre il ponte,
come intendessero andare da Sörgel. Presso il muro del cimitero tuttavia invertirono
di nuovo il senso di marcia dirigendosi verso le pietre che erano poste attraverso il
rivo e nel loro prolungamento portavano proprio al cortile. Lì incontrarono Grissel
che era tutta attività, e udirono che diceva Joost: «Fa presto. Son le dodici in punto.
E lui può esser qui ogni momento.»33
«Eh, lui è già qui», rispose Joost. «Da un pezzo. È arrivato quasi alle undici, e l ho
visto quando è venuto giù per la scala del prato. E a casa, passando davanti a te. Non
l hai visto... ? No, no, non puoi di certo. Eri ancora in mezzo ai bastoni [dei fagioli].»
33
Questo e il successivo fraseggio tra Grissel e Joost sono in Plattdeutsch nell originale.
Il che ghermì Hilde come la morte, non le diede che una mezza consolazione che
Grissel rispondesse tra le risa: «Ascolta, Joost, sei quasi com è la nostra vecchia
Jätefru che pure vede passare tutti e di norma riesce solo ad aver paura di a te. Beh, io
voglio aspettare ancora un poco. Ti dico, non arriva prima delle dodici. E se a me
qualcuno è passato davanti, questo non lo posso sapere. Ma va un po dentro. Se lui è
là, dev essere di sicuro nella sua stanza.»
Joost entrò e ritornò stupito. «No, non è dentro. E neanche in cucina e in cantina...
Ma a me pareva così.»
«Certo, a me pareva così», ripeté Grissel. «Per te è sempre così. Tu hai sempre un
paio d occhi di troppo nella testa. E poi anche alle volte un paio di meno.»
Durante questa conversazione che si protrasse ancora, i fratelli erano entrati dal
cortile nell atrio e Martin andò alla rastrelliera dove stavano appesi le borse da caccia
e i fucili. Prese una delle bisacce intessute di canapa bisbigliando, mentre traeva a sé
la sorella: «E adesso non scordare, Hilde. Lo sai: un uomo, una parola!» E quindi
chiamò il cane, che però non venne, e si diresse al mulino di Diegel.
Hilde, dalla scala, lo seguì con lo sguardo.
E ora volle sedersi di nuovo sulla panca di pietra, ma non poté perché le tornò ogni
paura e angoscia, la fiducia di Martin solo per pochi momenti aveva bruciato nel
cuore di lei. Così era dunque indecisa del dove doveva andare e alla fine salì nella sua
camera e aprì porta e finestra. Ed effettivamente, non appena un impetuosa corrente
d aria entrò si sentì più libera e l oppressione l abbandonò.
Baltzer Bocholt, quando non già Grissel, bensì un semplice accidentale rumore
aveva interrotto il dialogo dei due fratelli, era uscito dall atrio nello spiazzo
antistante e subito dopo fuori dalla proprietà. Qui s infossò, sempre seguendo il corso
del rivo, in una viuzza del paese finché, alla fine, e sempre da quel lato del paese,
giunse a una segheria circondata da un gran cortile con legname. Qui sedette su una
catasta di assi tagliate di fresco che erano impilate ad asciugare, mirando la campagna
che gli stava distesa innanzi.
E solo adesso, quando ebbe lo sguardo più libero, cominciò a radunare i propri
pensieri chiedendosi: «Che fare?» E una piega amara gli sfiorava la bocca, e disse:
«Nulla! Nulla... ! E dunque cos è successo? Si amano. E perché non dovrebbero?
Semplicemente per questo? Perché ero un folle e avevo un folle progetto?
Semplicemente per questo, perché dovrebbero essere fratello e sorella? È il loro buon
diritto. Che lo facciano. L amore è nel sangue e deve avere anche segretezza: è il suo
aspetto più bello e più dolce.»
E mentre così parlava, risuonò di nuovo all orecchio quel che tra loro avevano
bisbigliato e il fatto che intendevano incontrarsi lassù, quasi al medesimo posto dove
lei si era distesa, quella volta, a dormire. Vicino alla casa di Muthe Roschussen. E il
sangue gli montò di nuovo alla testa e neanche lui sapeva se fosse collera o vergogna.
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